A Sacrofano il 27 marzo, si è parlato delle nuove schiavitù moderne, conflitti dimenticati e futuro dell’Europa. Il cardinale Parolin ha richiamato la necessità di una nuova cultura dell’accoglienza, con un invito a una possibile enciclica sul tema.
La terza giornata tra grida inascoltate e speranza ostinata : il racconto
La terza giornata della Cattedra dell’Accoglienza 2025 si è aperta con un tema crudo e necessario: quello delle nuove schiavitù, visibili e invisibili, che ancora oggi imprigionano milioni di persone. Don Mattia Ferrari, cappellano della ONG Mediterranea Saving Humans, ha denunciato la criminalizzazione della solidarietà e l’uso improprio di strumenti di sorveglianza contro chi salva vite. A fianco a lui, Alfio Nicotra (Un ponte per) e Angelo Magni (Mary’s Meals Italia) hanno dipinto un quadro di ingiustizie globali, fame e indifferenza.
“Il grido dei poveri arriva, ma trova i nostri cuori induriti”, ha detto don Ferrari, ricordando come la solidarietà sia diventata “una questione di sicurezza nazionale”. A pesare, anche il fallimento degli obiettivi ONU come “zero fame”, mentre milioni di persone sono escluse dal diritto all’istruzione e alla vita dignitosa.
Nel pomeriggio, la plenaria dal titolo “La speranza di un’Europa accogliente” ha visto la presenza del cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato Vaticano, che ha offerto una riflessione lucida e profonda sul ruolo della Chiesa, della politica e dell’umanità nei conflitti contemporanei. Il porporato ha toccato temi sensibili: dal riposo necessario del Papa al rischio di una crisi globale della fiducia, dalla necessità di riformare il multilateralismo al pericolo delle armi nucleari, fino alla crescente intolleranza verso la voce cristiana nel dibattito pubblico.
“L’accoglienza è in crisi perché oggi è in crisi la capacità di svuotarsi per fare spazio all’altro”, ha affermato Parolin, ricollegandosi al tema giubilare della speranza. Un passaggio particolarmente significativo è stato l’invito, rivolto esplicitamente al pubblico, a “fare una proposta concreta al Pontefice per una riflessione sistematica sull’accoglienza, magari con una futura enciclica”.
La plenaria ha approfondito inoltre il ruolo dei cristiani nei contesti di conflitto, la tragedia dell’esodo delle minoranze dal Medio Oriente e la sfida di un’Europa che fatica a coniugare sicurezza e integrazione. L’accoglienza, per la Chiesa, non è solo una risposta etica, ma una via di umanizzazione e giustizia sociale, fondata sulla dottrina sociale e sulla fede.
Il contributo del professor Vincenzo Buonomo ha rafforzato la visione della Cattedra come luogo di formazione permanente, non solo di informazione. Speranza e accoglienza per un futuro planetario fraterno non è stato solo uno slogan, ma un appello coraggioso: a riscrivere le priorità globali partendo dall’essere umano, nella sua interezza e dignità.
A chiudere la giornata, l’intenso momento artistico “Contrappunti di accoglienza e speranza: #ArtsAgainstIndifference”, una performance tra poesia e musica con action poetry e reading poetico a cura del poeta Cesare Davide Cavoni e dell’attore Gabriele Linari.
Testo e immagini a cura di: Alba Dipaolo , Sebastiano Ursi