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Giustizia sociale e planetaria: voci e visioni dalla seconda giornata della Cattedra dell’Accoglienza 2025

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Giustizia sociale e planetaria: voci e visioni dalla seconda giornata della Cattedra dell’Accoglienza 2025

SACROFANO, 26 marzo 2025 – Alla terza edizione della Cattedra dell’Accoglienza, la seconda giornata si è concentrata su un tema centrale per costruire un futuro condiviso: la giustizia, intesa nella sua accezione più ampia, come leva per la pace, l’equità globale e l’incontro tra i popoli.

Nel cuore di Fraterna Domus, a pochi chilometri da Roma, relatori ed esperti si sono confrontati su giustizia sociale e planetaria, sottolineando la necessità di ripensare le relazioni economiche, culturali e spirituali all’insegna di un nuovo umanesimo capace di custodire la casa comune.

Pellegrinaggio, accoglienza e incontro: la mattinata a Roma

La giornata è iniziata con una visita significativa al cuore spirituale della Capitale: l’attraversamento della Porta Santa nel centro di Roma, simbolo di apertura, passaggio e riconciliazione. A seguire, i partecipanti sono stati accolti dalla Comunità di Sant’Egidio, da anni punto di riferimento per il dialogo interreligioso, l’ospitalità ai più fragili e la promozione della pace【https://www.santegidio.org】.

Dal duello al duetto: la giustizia come via di pace

Monsignor Alfonso Vincenzo Amarante, Magnifico Rettore della Pontificia Università Lateranense, ha aperto i lavori offrendo una riflessione profonda sulla radice del concetto di giustizia. “La parola giustizia viene da ius, diritto”, ha ricordato, “ma i latini ci insegnano che a ogni diritto corrisponde un dovere”. Con una suggestiva metafora, ha invitato a superare la logica del duello per entrare in quella del duetto, “perché solo attraverso il dialogo possiamo generare giustizia e costruire pace”.

Disuguaglianze globali e nuovo umanesimo economico

Il professor Umberto Triulzi, docente di Politiche economiche alla Lateranense, ha tracciato un quadro preoccupante delle disuguaglianze economiche mondiali, aggravate da crisi sanitarie, conflitti e dinamiche finanziarie speculative. “Il debito globale ammonta a 97 trilioni di dollari”, ha affermato, sottolineando come gli interessi imposti ai Paesi più fragili contribuiscano ad aumentare le distanze. La proposta? Un “patto educativo globale” e un’economia al servizio delle persone, “capace di ridefinire le filiere e valorizzare la moneta relazionale, quella delle relazioni umane”.

Giustizia planetaria e speranza attiva

A rafforzare questa visione è intervenuta anche Monica Di Sisto, vicepresidente di Fairwatch, che ha invitato a non arrendersi all’assenza di negoziazione: “Abbiamo ancora spazi comuni da difendere. Serve una giustizia planetaria, costruita su relazioni, ascolto e cooperazione”.

Il sociologo Mauro Magatti ha ricordato che “sperare vuol dire muoversi tra ciò che conosciamo e ciò che non conosciamo”. E proprio la speranza, uno dei temi portanti della Cattedra 2025, si è intrecciata con le testimonianze provenienti dal Medio Oriente.

Ospitalità come intercessione: voci dal Medioriente

Nella sessione “Voci dal Medioriente”, padre Jihad Youssef, monaco del monastero siriano di Mar Musa, ha raccontato – in videocollegamento – la difficile situazione in Siria, tra conflitti e vendette, ma anche la forza trasformativa dell’ospitalità spirituale. “Accogliere incondizionatamente e nel rispetto delle tradizioni altrui – ha detto – è il primo passo per liberarci dai pregiudizi”. Un gesto concreto? “Quattro di noi stanno vivendo il Ramadan in Quaresima: un’esperienza spirituale condivisa che ci sta facendo camminare insieme”.

Assieme a lui, don Giuliano Savina, direttore dell’Ufficio Nazionale per l’Ecumenismo e il Dialogo Interreligioso della CEI, ha sottolineato che “ospitalità, ascolto e rivelazione” sono gli anelli di una catena che apre alla comprensione reciproca.

In musica contro l’indifferenza: il concerto serale

La giornata si è conclusa con una performance artistica di grande impatto emotivo: il concerto di arpa “Contrappunti di accoglienza e speranza – Arts Against Indifference”, con la partecipazione dell’arpista Cecilia Valente. Una serata all’insegna della musica come azione, per tradurre in suono e bellezza i valori della Cattedra: accoglienza, solidarietà e speranza.


Un laboratorio di futuro

La giornata si è confermata come uno spazio di riflessione e azione collettiva, dove parole come giustizia, accoglienza, spiritualità ed economia hanno trovato un terreno comune. La Cattedra dell’Accoglienza continua fino al 28 marzo con nuovi ospiti, laboratori e momenti di scambio, nella prospettiva di un futuro planetario più giusto e fraterno.

Ringraziamo per questo l’ispirazione di questo articolo Alba Di Paolo, giornalista e Sebastiano Ursi, videomaker.